Ci sono sorprese per i pensionati anche se non per tutti. Aiuti che non sono per forza statali ma che aggiungono valore.
Non sono uniformi a livello nazionale, ma le misure per i pensionati in arrivo offrono un sostegno economico significativo a categorie specifiche.

Si va dagli incentivi contributivi per chi ritarda o anticipa l’uscita dal lavoro, fino a bonus locali straordinari pensati per contrastare il caro vita nei territori più vulnerabili. Scopriamo le agevolazione in dettaglio. C’è un sostegno importante con il bonus di 1.000 euro mensili previsto in alcune regioni, come la Provincia di Bolzano. Questa misura non è un intervento statale, ma un’iniziativa a carattere locale, pensata per i pensionati più fragili che si trovano in difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi anche dei generi di prima necessità.
Il bonus ha l’obiettivo di agire come supporto al reddito in una delle aree con il costo della vita più alto in Italia. L’iniziativa rappresenta un esperimento di welfare locale che, se dimostrerà la sua efficacia nel migliorare la qualità della vita dei beneficiari, potrebbe ispirare l’introduzione di misure analoghe o adattate in altre regioni italiane o addirittura a livello statale. Al momento, tuttavia, la sua applicazione rimane strettamente legata al contesto geografico specifico che l’ha introdotta.
Incentivi per i pensionati: non tutti li conoscono
Esistono altri tipi di bonus legati alla scelta del lavoratore riguardo al momento dell’uscita dal lavoro, incentivando sia il rinvio che l’anticipo della pensione tramite meccanismi di integrazione sul montante contributivo: gli esempi.

L’incentivo storicamente noto come “Bonus Maroni” si rivolge a quei lavoratori che, pur avendo maturato i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia, scelgono di proseguire volontariamente l’attività lavorativa. Consiste nel versare al lavoratore in busta paga la quota di contributi previdenziali (circa il 33% della retribuzione lorda) che, altrimenti, verrebbe accantonata per la pensione. Queste somme vengono erogate esentasse e possono aumentare in modo significativo il reddito disponibile del lavoratore che rinvia l’uscita.
Una misura simile è prevista per i lavoratori che accedono alla pensione con Quota 103 (ovvero 62 anni di età e 41 anni di contributi). Anche in questo caso, il lavoratore che decide di rinviare l’accesso alla pensione può beneficiare dell’esonero dalla contribuzione a suo carico. Questi incentivi contributivi possono portare a integrazioni consistenti sull’importo pensionistico che, cumulativamente su base annua, possono avvicinarsi o superare la soglia dei 2.000 euro in più all’anno. Sono misure strutturali che mirano a premiare la permanenza nel mondo del lavoro, rafforzando la retribuzione netta annuale del lavoratore.