Pignoramenti, le novità fanno tremare anche chi ha la Naspi: non c’è modo di scamparla

Da sempre il tema dei pignoramenti è particolarmente delicato e dibattuto da creditori e debitori e dagli Enti chiamati a dare risposte di caso in caso. Ecco le ultime novità.

Gli uffici dell’Inps hanno ricevuto sempre più negli ultimi anni casi di pignoramenti con casistiche molto complesse che richiedevano interpretazioni da fornire alle diverse sedi sul territorio italiano.

Pignoramento e Naspi, cosa succede
Pignoramenti, le novità fanno tremare anche chi ha la Naspi: non c’è modo di scamparla – Albagatto.it

Sulle scrivanie dei lavoratori dell’Istituto nazionale di previdenza casi di arretrati, casse integrazioni e Naspi. Ciò ha creato per lungo tempo confusione e rischi di errori nei calcoli, ma non solo. Essendo quella dei pignoramenti una materia particolarmente complessa, bisognava dare risposte certe anche ad Agenzie delle Entrate ed eventualmente ai Tribunali coinvolti nelle vicende. È per questo che l’Inps ha diramato la circolare numero 130 del 30 settembre 2025.

Il provvedimento, a firma della direttrice generale Valeria Vittimberga, ha chiarito una volta per tutte come comportarsi in presenza delle diverse tipologie di pignoramento. È stato analizzato, in particolare, il quadro normativo dei pignoramenti sulle prestazioni pensionistiche e sulle indennità a sostegno del reddito dei lavoratori, in primis la Naspi appunto.

Pignoramenti, quali sono i limiti della legge: la circolare Inps

È bene ricordare, infatti, che il pignoramento è una procedura legale che solo un giudice può autorizzare. Il Tribunale può infatti decidere di dare il via al blocco di una parte dei beni o dei redditi del debitore per recuperare una somma. Allo stesso modo, il trattenimento può riguardante anche somme che un soggetto, privato come un datore di lavoro o pubblico come l’Inps, deve al debitore. Dunque è possibile chiedere il pignoramento di fondi come le pensioni, alcune indennità e la Naspi.

Ma quali sono i limiti che impone legge? Per chiarire il quadro l’Inps si è rifatto all’articolo 545 del Codice civile, che regola appunto i contorni della pignorabilità dei crediti. Alcuni di essi sono impignorabili, e non è quindi possibile nemmeno per un giudice toccare le entrare che servono per i bisogni vitali o assistenziali. È il caso di alcuni sussidi, per funerali o disabilità, dell’indennità di malattia e dell’indennità di maternità o paternità.

Pignoramento e Naspi disoccupazione, cosa succede
Pignoramenti, quali sono i limiti della legge: la circolare Inps – Albagatto.it

Entro limiti molto precisi, fino a un quinto, è invece possibile pignorare stipendi, pensioni e indennità di disoccupazione tra cui la Naspi. Se persistono più cause è possibile pignorare fino alla metà del reddito. La circolare 130 si concentra poi sull’anticipo Naspi. Si tratta di un particolare istituto, che si muove nell’ambito dell’indennità di disoccupazione, per il quale una persona che ha perso il lavoro richiede all’Inps di ricevere la somma prevista tutta in una volta e non mese per mese.

L’obiettivo dell’anticipazione è quella di avviare una nuova attività imprenditoriale autonoma o una cosiddetta start-up. Secondo l’Inps, il cui parere è suffragato da una pronuncia della Corte di Cassazione, l’anticipo non può considerarsi un reddito da lavoro o un sostegno, ma in tutto e per tutto un incentivo. Ciò significa che i limiti della pignorabilità non valgono e non si applicano. Dunque un giudice può pignorare integralmente l’anticipo fino a coprire l’importo del debito.

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