Le pensioni sono la croce e la delizia dello Stato Sociale italiano. Ma da qui a 10 anni andrà affrontato il nodo del progressivo aumento dell’età per smettere di lavorare.
L’Italia è uno dei Paesi più “vecchi” d’Europa. Anzi, stando solo al dato dei Paesi membri dell’Unione Europea, con i suoi 48,7 anni di media, il Belpaese è il più vecchio in assoluto. Un dato che è conseguenza di due fattori strettamente connessi. Il primo fattore è che in Italia, da almeno venti anni, non si fanno più figli. Il secondo fattore è che gli attuali lavoratori, essendo spesso precari o a partita iva, difficilmente riescono a creare una famiglia stabile e con figli.

Nel primo caso va evidenziato che il tasso di natalità dell’anno 2024 è di 6,3 bambini ogni mille abitanti. Il minimo storico. Ed i dati per l’anno 2025 non sono certo migliori. Se a questo aggiungiamo che il tasso di fecondità è di 1,18 bambini per donna, ci rendiamo conto che siamo lontanissimi dal necessario 2,1 che è il cosiddetto tasso di sostituzione. Per tasso di sostituzione si intende la possibilità di “sostituire”, con un numero efficace di nuovi nati, le persone che ciclicamente muoiono.
Come avere la pensione anticipata
Questo per fa sì che una popolazione, la nostra popolazione, continui a perpetrarsi nel tempo. A non diventare una popolazione a crescita zero, una popolazione, una civiltà che sparisce. Il secondo caso, ovviamente, è causa e conseguenza del primo. Ma i due fattori, sommati hanno importanti implicazioni storiche, sociali e, ovviamente di carattere economico.

Un Paese a crescita zero, infatti, fatica a pagare ai pensionati la cifra a cui hanno diritto e che hanno versato nel corso della propria vita lavorativa. Un elemento che ha una conseguenza inevitabile alzare l’età pensionabile dagli attuali 67 ad almeno 69.
Ma al netto del rischio, forte inevitabile, ci sono almeno tre opportunità che il governo guidato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta valutando per evitare questo effetto. La prima è quello di intervenire, con legge ordinaria, per congelare l’automatismo che aumenta l’età in base all’aumento delle aspettative di Vita. La seconda è quella di creare quote flessibili in uscita, ovvero fornire i cosiddetti scivoli (ridurre gli anni necessari) per alcune categorie di lavoratori. La terza, la più solida, procedere ad una riforma strutturale del sistema pensionistico. L’ultima risale al lontano 2011